Per fronteggiare la grande problematica della sovrapproduzione e del conseguente inquinamento legati all’industria della moda, siamo partiti con due obiettivi ben chiari: non creare ulteriore invenduto in questo settore e concentrarsi sulla contemporaneità del prodotto.

Per realizzare questa idea, il percorso è stato progettato a ritroso: fedeli al principio di economia circolare, ci muoviamo creando tutte le collezioni secondo l’upcycling, il recupero creativo che lavora sulle metrature inutilizzate che si trovano nei magazzini di eccellenti tessutai italiani.
Queste decine e decine di metri in stock di tessuti pregiati si chiamano deadstock: dopo aver scelto quelli che più si sposano al design, proponiamo capsule a tiratura limitata, creando un marchio esclusivo e che si rinnova in base ai tessuti disponibili.

Ispirate al design anni Settanta, le collezioni progettate secondo quest’etica sono sfiziose, pur mantenendo un cartamodello classico e senza tempo.

Con questa scelta di produzione, vogliamo comunicare in modo chiaro la nostra presa di posizione: difendere e condividere tradizione e talento italiani, proporre capi che durino nel tempo, sempre contemporanei, tramandabili di generazione in generazione.

Crediamo che sebbene si facciano giri immensi, alla tradizione vera e profonda, per fortuna, si torna sempre.